Non si vede luce in un’Italia che affanna, avvolta su sé stessa, alla ricerca di un’identità che sembra ormai perduta.

Nonostante la grande quantità di denaro pubblico affluito all’insegna della Pandemia non vi è stato nessun miglioramento all’accesso alle cure, anzi c’è la verifica quotidiana di una esponenziale peggioramento, con purtroppo innesca una conflittualità con i Pazienti, sempre più allarmati e vittime di una disorganizzazione “organizzata” del cosidetto Sistema SALUTE.

Quotidianamente stiamo denunciando che, questo definito Sistema e non Servizio, è sulla via del fallimento.

Liste d’attesa imbarazzanti, costi crescenti per staff dirigenziali e consulenze, abuso dell’utilizzo delle risorse e costante aumento delle prestazioni indotte sono lo specchio della attuale situazione.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha recentemente denunciato come malaffare ed inadeguatezze costino al nostro paese oltre 30 miliardi di €/anno

È lampante che certa politica e certa finanza hanno tutto l’interesse a

mortificare la Medicina Pubblica, che attualmente tiene in piedi dignitosamente, un comparto sotto pressione e sotto attacco quotidiano.

La Spesa Sanitaria Italiana continua ad essere tra le più basse di tutta la comunità europea e dei Paesi dell’OCSE, con ripercussioni fortemente negative sulla qualità e quantità delle prestazioni e sulle condizioni di lavoro degli Operatori Sanitari.

La Pandemia ha portato alla luce importanti debolezze strutturali dipese da mancate pianificazioni e programmazioni e insufficienti investimenti sul Personale Sanitario.

La tenuta del SSN è oggi a rischio tra tagli, carenze e mancati investimenti che rendono difficile l’accesso dei Cittadini ai servizi sanitari, anche per il peggioramento senza precedenti delle condizioni di lavoro dei Medici e dei Dirigenti sanitari, in permanente carenza di organico.

Il Diritto alla Salute, che la Costituzione vuole uno e indivisibile, è oggi declinato in 21 modi diversi, figli di autonomie regionali che violano il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini, ed è negato nei tempi di attesa che oramai si misurano in semestri, pronto a diventare una MERCE di lusso.

Il Progetto di autonomia differenziata proposto dal Governo accentuerà le differenze in una ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco in un momento in cui sarebbe necessaria una più forte presenza dello Stato e una maggiore unità di intenti delle sue articolazioni nella difesa della salute dei Cittadini, specie dopo le fasi drammatiche del Covid.

In spregio al Patto per la Salute si sono tagliati, a livello nazionale decine di migliaia di posti letto, ma senza prevedere un potenziamento dei Servizi Territoriali, che un PNRR ha ignorato nel suo capitolo principale: il PERSONALE.

Scientemente la contemporanea e programmata diminuzione del Personale, ha portato ad un progressivo razionamento e non una razionalizzazione delle Prestazioni.

Dal Luglio 2009 ad oggi, vi è un saldo passivo sempre più alto tra entrata e uscita dal lavoro, con una carenza stabilizzata di migliaia di Operatori Sanitari, in special modo nell’Emergenza-Urgenza.

Norme e leggi, purtroppo, non hanno creato minimamente le condizioni per l’attivazione di quel “circuito virtuoso” capace di

modificare in profondità un sistema gestionale affaristico-clientelare che tanto ha condizionato il Sistema Sanitario e lo sviluppo economico.

In Italia tutto ciò che sa di programmazione è praticamente proibito.

Siamo il paese della permanente emergenza, dell’improvvisazione dell’estemporaneità, del precariato e purtroppo del fatto compiuto.

Il Patto per la Salute, tanto decantato e declamato dai passati e attuali Governi e dalla Conferenza delle Regioni, così come recepito dalle Leggi Finanziarie, ha aggravato la situazione e ancor più nelle Regioni Meridionali, in quanto già soggette ai piani di rientro (specie quelle con ex gestioni commissariali), aumentando la divaricazione tra le Regioni.

Il SSN ha brillato e brilla per la mancata organizzazione ed integrazione della Rete Ospedaliera con quella Territoriale e per l’assenza di sviluppo dei Servizi Territoriali, che provocano un vuoto assistenziale nel quale sono risucchiati il 118, i PP.SS., gli Ospedali e le fasce di Popolazione più deboli e meno abbienti, che vengono spinte ragionevolmente ad una emigrazione sanitaria e verso il Privato, con il risultato di dissanguare le casse regionali e il portafoglio dei poveri Cittadini, portando anche ad un inesorabile taglio dei posti letto conseguenziale.

Con il pretesto di adottare anche nella Sanità Pubblica i principi Aziendaliatici gestionali di tipo privatistico si è stravolta l’impalcatura democratica della Riforma Sanitaria, imponendo scelte, che stanno oramai cancellando i principi ispiratori fondanti su cui si è basata l’istituzione del SSN: universalità, uguaglianza e equità, che hanno portato l’erogazione delle prestazioni sanitarie a tutta la Popolazione.

La mancata attenzione dei vari Governi Nazionali ha inciso negativamente sugli interventi strutturali e sulla volontà di soluzione dei  problemi, determinando l’implosione dell’intero Sistema Sanitario Nazionale e rendendo le prestazioni sanitarie pubbliche sempre meno attrattive, ma soprattutto insicure sia per i Medici che per Cittadini, a tutto vantaggio del Sistema Privato.

I segnali di una sanità pubblica in prognosi riservata sono molteplici:

  • L’agonia delle strutture deputate alla emergenza-urgenza, unica via lasciata aperta alle cure pubbliche, ridotta a spazio affollato, indecoroso e, spesso, indecente
  • Il boom delle cooperative di medici a gettone, con compromissione della qualità e della sicurezza delle cure
  • La fuga di giovani e meno giovani dal lavoro pubblico
  • La lunghezza delle liste di attesa per rispondere ai bisogni della salute dei cittadini
  • La necessità di ricorrere alla sanità privata, con oneri insostenibili per persone meno abbienti e patologie croniche.

Il sistema sanitario nazionale va ripensato, ma ripensare il sistema sanitario però non significa privatizzare.

Vuol dire ridurre o eliminare le spese inutili o superflue e di cattiva gestione della cosa Pubblica e qui Noi Tutti dobbiamo incidere.

Alcuni Dati significativi:

  • I privati incidono ormai sul nostro sistema sanitario oltre il  

       40%;

  • Il 35% della spesa sanitaria complessiva lo paghiamo direttamente di tasca nostra (il dato è il più alto d’Europa);

Purtroppo la posizione assunta dai vari Governi Nazionali è servita a dimostrare la fase di completo oscuramento dei principi di equità e democrazia che ormai da troppo tempo pervade il tessuto sociale di questo Paese.

È tutto ciò avviene a prescindere dal tipo di maggioranza che governa a livello nazionale, in nome di un efficientismo di facciata che serve solo a mistificare, in spregio a qualsiasi diritto – dovere costituzionalmente sancito.

Partendo da tali o peggiori considerazioni si assumono decisioni arbitrarie e limitative del diritto alla SALUTE.

La Crisi della Sanità Pubblica, stretta tra de-finanziamento, spending review, conflitti istituzionali e interessi di parte, espone il Servizio Sanitario Nazionale  al reale pericolo di una progressiva disgregazione mettendone a rischio i principi di universalismo ed equità.

    – Il lavoro in Sanità diventa sempre più gravoso, più rischioso e più precario inducendo alla costosa Medicina Difensiva.

– I Medici sono sempre più soli alle prese con Cittadini arrabbiati e magistrati che ci negano ciò che rivendicano per se stessi:

il Diritto di giudicare in serenità,  richiama il Diritto di curare in serenità”.

Ma noi a tutto questo non ci stiamo e con maggiore forza vogliamo proseguire la nostra Azione propositiva, ma anche rivendicativa, concentrandoci su punti irrinunciabili che chiediamo di condividere:

  1. impegno rinnovato per la medicina pubblica; 
  2. lotta al precariato e loro stabilizzazione;
  3. salvaguardia dei livelli occupazionali e delle professionalità ;
  4. visione riformatrice e meritocratica della gestione salute;
  5. ridefinizione di un corretto rapporto tra ospedale e territorio che comprenda l’Emergenza Territoriale;
  6. identificazione di ospedali “sicuri”;
  7. razionalizzazione ed estensione della manovra economica, verso le Strutture Ospedaliere e Territoriali con una particolare attenzione per l’Emergenza-Urgenza;
  8. gratificazioni e incentivazioni professionali ed economiche per gli Operatori Sanitari.

  Medici e cittadini vivono lo stesso dramma su fronti che appaiono opposti della barricata, in un sistema che ancora regge solo perché chi è rimasto in corsia e nei servizi continua a credere nella alleanza terapeutica con i cittadini, dando prova di abnegazione, senso del dovere e professionalità. Nonostante tutto.

Chiediamo quindi interventi legislativi a tutela di tutte le Persone e i soggetti con malattie croniche e dei LEA, spesso disattesi, che incidono pesantemente sulla qualità e quantità della vita delle famiglie.

Abbiamo impiegato molti anni per costruire la più grande infrastruttura sociale e civile del Paese. Romperla risulterà facile, ma difficilissimo evitare che siano, poi, reddito e residenza a decidere della salute di ognuno.

Il Diritto alla Salute dei Cittadini è strettamente legato al destino professionale dei Medici e dei dirigenti sanitari dipendenti che appartengono alla Sanità Pubblica.

Perciò, la battaglia in difesa di questa SANITA’ è la battaglia di Tutti.

SOLO SE STIAMO DALLA STESSA PARTE POTREMO VINCERLA.

NOI INTENDIAMO FARE LA NOSTRA PARTE

GRAZIE dell’attenzione e un rinnovato saluto a tutti.

Giuseppe Galano

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