ACN 2019-2021, Silvestro Scotti: «Riguarda anche gli eredi dei medici di medicina generale deceduti per Covid 19. Fimmg non li abbandonerà. Il valore di questa firma: oltre ai contenuti c’è anche questo»
 

“Quando si diventa medici lo si è per sempre”: è questa la frase che accompagna una delle immagini più iconiche del sacrificio di centinaia di medici di medicina generale, e non solo, nei mesi più duri della pandemia. Un sacrificio che Fimmg non ha mai smesso di onorare, anche per il rispetto dovuto ai figli, alle mogli e ai mariti di quei medici che hanno tenuto fede al Giuramento di Ippocrate sino alle più estreme conseguenze. «Oggi, onorare la memoria di quei colleghi significa fare in modo che i loro diritti, a beneficio dei loro eredi, siano rispettati», dice il segretario generale di Fimmg Silvestro Scotti, che poi aggiunge: «Noi non abbandoneremo mai le famiglie di quanti sono morti pur di assistere i loro pazienti.  Il nostro impegno sarà quello di fare in modo che, all’entrata in vigore dell’ACN 2019-2021 per la medicina generale con l’adozione dell’Atto di Intesa Stato-Regioni, il riconoscimento degli arretrati a partire dal 2019, sia garantito – per gli anni che hanno prestato servizio – come dovuto, ai colleghi che hanno perso la vita a causa del contagio da Covid-19». Il leader Fimmg sottolinea l’esigenza di arrivare al più presto all’adozione dell’Atto di Intesa dell’ACN, perché ogni giorno che passa ritarda anche il dovuto riconoscimento a questi colleghi e alle loro famiglie oltre che a tutti i medici di Medicina Generale». Per fare in modo che nessuno sia lasciato solo, Fimmg sta già allertando tutte le segreterie provinciali, che saranno a disposizione degli eredi per offrire loro assistenza anche sotto il profilo amministrativo nel rapporto con le ASL che dovranno riconoscere e versare il dovuto. «Potrebbe ad esempio capitare – conclude Scotti – che molti abbiano chiuso il conto corrente di riferimento su cui l’ASL versava la retribuzione e su cui potrebbe ora cercare di versare gli arretrati. Devo dire che sulla discussione, successiva alla firma dell’8 febbraio, da parte di una sigla minore no firmataria, per la quale “non c’era fretta”, avremmo molto da eccepire. Soprattutto dopo cinque mesi di tavoli separati di contrattazione e l’unanime consenso manifestato dalle organizzazioni sindacali presenti (a verbale della Sisac) rispetto al risultato delle trattative e di rimando della firma, da parte di alcuni, solo per motivi statutari interni. L’unica risposta possibile è: non c’è più tempo per giochi di cassetta sindacale che nulla hanno a che vedere con gli interessi della medicina generale».