La storica unità di Urologia del Fatebenefratelli di via Manzoni dal 1 dicembre chiude i battenti: scatta lo stop a visite ambulatoriali, Day surgery, ricoveri ordinari e urgenze dal pronto soccorso. Mobilitati il Comitato Vomero-Arenella gruppo storico che puntano il dito sui disservizi legati alla soppressione di una disciplina assistenziale che sebbene presente in urgenza anche a Pozzuoli e al Cardarelli sconta affollamenti e liste di attesa dannegiando un bacino d’utenza che va da Fuorigrotta (al san Paolo non c’è la disciplina) al Vomero e ovviamente a Posillipo.
Il nodo irrisolto è quello dell’accreditamento della disciplina: nonostante l’urologia sia erogata in regime di convenzione dagli inizi degli anni Ottanta
la Asl Napoli 1 nel 2015 richiamando una precedente delibera aziendale ha da allora escluso retroattivamente dal 2013 la fatturazione di tutte le prestazioni di Urologia rese all’utenza. “Nonostante la nostra opposizione – dicono dalla dirigenza dell’ospedale – e la copiosa documentazione a sostegno delle motivazioni che giustificano il mantenimento della branca Urologica la situazione non si è sbloccata”. Il Cda della Provincia Religiosa a fronte di mancati rimborsi per 5 milioni di di euro nel decennio a giugno scorso ha deliberato la soppressione, a far data dal 1 dicembre 2023, della Unità semplice dipartimentale di Urologia e cessazione di ogni residua attività.
A nulla sono finora valse le proteste dei comitati cittadini e le interrogazioni in Consiglio presentate sin dallo scorso agosto dal gruppo misto capeggiato a Marì Muscarà. L’attività che va in pensione è ad ampio raggio per i disturbi urologici e andrologici dell’uomo e urologica della donna nelle patologie di rene, surrene, uretere e vescica oltre che un’apprezzata chirurgia urologica anche in urgenza. Dei due urologi attualmente presenti in ospedale, uno è stato formalmente trasferito al Fatebenefratelli di Benevento e l’altro sta espletando concorsi altrove.
Oltre l’accreditamento c’è anche il problema dell’autorizzazione propedeutica all’accreditamento e subordinata e che raccoglie tutta una serie di autorizzazioni, comprese quelle edilizie, subordinate ai vincoli della sovrintendenza che consentirebbe di avviare l’iter autorizzativo. Vincoli burocratici e amministrativi che hanno complicato ancor più un iter che finisce per penalizzare solo i pazienti e l’assistenza sanitaria di molti quartieri di Napoli per una disciplina chiave per i Livelli di assistenza.