Appello al governo per dare il semaforo rosso

Nel febbraio scorso è stato approvato dall’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) nel silenzio generale un nuovo vaccino contro il Covid-19, il Kostaive, a tecnologia auto-replicante (etichettata saRNA ossia Self-amplifying RNA) per i soggetti con età superiore ai 18 anni dando tempo ai singoli Stati di esprimersi in merito entro il 9 giugno 2025.
Nella ricerca l’uso di saRNA in esseri umani sani pone problemi di sicurezza senza precedenti che sono stati solo parzialmente studiati.
L’eccessiva redistribuzione di saRNA che esprime la spike potrebbe esasperare gli eventi avversi già descritti per i vaccini a base di mRNA.
In sintesi il vaccino a metodologia saRNA si replica da solo nelle cellule, producendo proteine in grandi quantità e a lungo e creando una situazione in cui l’RNA può replicarsi indefinitamente. Ciò comporta rischi maggiori di reazioni antinfiammatorie e diffusione incontrollata del materiale genetico.
I rischi documentati da vari studi, tra cui una recente pubblicazione dell’Istituto Superiore di Sanità, sono: – risposta immunitaria incontrollata;

  • citotossicità cellulare, trasmissione involontaria a terzi o all’ambiente, coagulazione, infiammazione sistemica, effetti persistenti.
    “Facciamo appello al governo in carica – avverte la Fondazione Mediterraneo il cui responsabile scientifico è il professore Corrado Perricone ematologo già componente del Consiglio superiore di Sanità – affinché possa opporsi e rigetti l’approvazione di quest’arma biologica di distruzione di massa e di non accettare l’introduzione di un prodotto che potrebbe alterare per sempre l’equilibrio tra salute, ambiente e libertà individuale”. Inoltre si fa appello al governo affinché apra un confronto politico e scientifico per decidere una volta per tutte che l’utilizzo dei vaccini debba essere una libera scelta e non un obbligo a maggior ragione quando le tecnologie utilizzate per i suoi allestimenti vanno ben oltre i tradizionali sistemi di profilassi sperimentati nei decenni passati. Non una posizione tout court contro i vaccini dunque ma di prudenza verso tecnologie la cui portata biologica a lungo termine non è conosciuta e che pongono rischi per la natura stessa della fonte di informazione (materiale genetico) su cui si basa la costruzione dell’antigene contro il quale ci si intende immunizzare e difendere.