Tra le conseguenze della somministrazione dei vaccini ad mRNA utilizzati nella pandemia del Covid 19 è stato messo in evidenza dalla comunità scientifica che l’RN avendo la potenzialità di modificare il Dna e di cambiare l’informazione genetica della cellula per la costruzione delle proteine e per ordinare di produrre la proteina spike può, attraverso quest’ultima che ha un noto trofismo per i recettori Ace degli endoteli, innescare infiammazione e stress ossidativo nelle cellule. “Uno dei problemi più gravi è l’insorgere di malattie autoimmuni – sottolinea Corrado Perricone, ematologo già a capo dell’uniotà del Santobono centro di riferimento regionale – cioè in quadro disregolato in cui alcune cellule del sistema immune attaccano il self, le proprie cellule. A conferma di ciò nello studio della Yale LISTEN, nata con lo scopo di comprendere il long COVID, la sindrome post-vaccino (PVS) e le corrispondenti risposte immunitarie, raccogliendo informazioni sui sintomi e sulla storia clinica dei partecipanti, si evince come la proteina spike (una nuda e cruda tossina) trovata circolante nel sangue anche a distanza di due anni dall’inoculo, sopprima il sistema immunitario.
Da numerosi studi si è visto che la proteina spike, componente essenziale del vaccino, può causare danni vascolari (miocardite, fibrillazione atriale, arresto cardiaco), danni neurologici (ictus, la sindrome di Guillan-Barrè, neuropatie e mal di testa), danni immunologici e coaguli di sangue. Una scoperta recente che potrebbe anche coinvolgere la terapia antitrombotica è stata fatta da un team, composto da ricercatori della Sapienza di Roma in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Ospedale di Terni, che ha dimostrato che in alcuni pazienti gli anticorpi indotti dal vaccino attaccano sia le piastrine sia i leucociti. Questo processo provoca il rilascio di un enzima, la Catepsina G, che si lega ai recettori delle piastrine, favorendone l’aggregazione”.
“Si tratta di un meccanismo di amplificazione del processo autoimmune che solo cosi può spiegare la prevalenza delle trombosi nei distretti venosi, dato che i leucociti non attivano solo le piastrine ma anche tutto il sistema coagulatorio”, ha spiegato il Professor Francesco Violi. Le analisi sui pazienti hanno confermato che la Catepsina G è coinvolta non solo nelle trombosi post-vaccino, ma anche, seppur in misura minore, nella trombosi classica.
Questa scoperta del ruolo della Catepsina G è fondamentale per la comprensione ed eventuale cura dei processi trombotici.
La Fondazione Mediterraneo, il cui Responsabile Scientifico è il Professor Corrado Perricone, è all’avanguardia nel monitorare la letteratura internazionale con notizie che possano giustificare e prevenire eventuali complicanze del vaccino anti Covid 19.