Ci sono voluti 16 anni per aggiornare i LEA, la lista delle prestazioni che il SSN si impegna a garantire a tutti i cittadini italiani a prescindere dal loro status economico e sociale; poi altri 6 anni per definire il costo che stato e regioni devono corrispondere ai fornitori delle prestazioni, sia pubblici che privati.
Quando sembrava che i “nuovi” livelli essenziali d’assistenza in Italia fossero in dirittura di arrivo (e l’aggettivo nuovi fa piangere più che sorridere) ecco una nuova battuta d’arresto.
Non si tratta di un pesce d’aprile: un decreto del ministro della salute Schillaci ha rimandato tutto al 1 gennaio 2025.
Ma cosa ci perdiamo con questo rinvio?
Proviamo ad entrare nel dettaglio:

  • test genetici utili alla caratterizzazione dei tumori
  • esami per il monitoraggio della gravidanza
  • prestazioni finalizzate alla procreazione medicalmente assistita
  • screening neonatali estesi
  • terapie per malattie rare
  • ausili e protesi per pazienti con disabilità
  • strumenti e software di comunicazione per ragazzi con disturbi dello spettro autistico
  • esami strumentali di nuova generazione quali enteroscopia con microcamera, fibroscan, tomografia retinica
  • esenzioni per nuove patologie croniche (celiachia, endometriosi, BPCO ecc.)