Le risposte delle regioni del Sud: a Napoli la Winter School di Motore Sanità

Quale futuro per il Servizio sanitario nazionale, le proposte e i progetti delle Regioni del Sud. Fari puntati sul governo della Salute e le cure di prossimità, sul nodo del personale che manca e delle risorse insufficienti con un focus sulle opportunità e urgenze dei dirigenti, medici, infermieri e altro personale sanitario. Ossia i camici bianchi necessari per la sostenibilità delle cure nelle regioni del Mezzogiorno con lo sguardo rivolto alla ricerca e all’ìnnovazione per la sostenibilità della Sanità pubblica e accreditata di Campania, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Calabria e Sicilia.
Sono questi i temi della Winter School “La risposta del Sud” proposti da Motore Sanità in programma il 14 e il 15 marzo all’Hotel Santa Lucia a Napoli. “Due giorni di lavori in plenaria e sessioni satelliti – avverte Claudio Zanon direttore scientifico di Motore Sanità – in cui abbiamo messo attorno al tavolo i direttori generali delle regioni del Mezzogiorno con amministratori, assessori, esponenti della Sanità pubblica, i clinici più autorevoli e le Associazioni dei pazienti, per configurare un luogo e uno spazio momento di ascolto e proposta di un Sud che ce la fa senza assistenzialismi a proporre una Sanità di eccellenza guardando ai nuovi paradigmi della governance proposti dall’innovazione, dall’uso delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale. Un filo conduttore tessuto lungo tutto lo Stivale che unisce la Winter School di Cernobbio al World Health Forum a questo appuntamento di Napoli”.
Un vero e proprio viaggio dunque quello che si apre domani a Napoli nella Sanità delle regioni del Sud promosso in media partnership con Mondosanità, Eurocomunicazione e Askanews e con il contributo incondizionato di Mundipharma, Boehringer Ingelheim, Chiesi global rare diseases, Johnson & Johnson, Daiichi-Sankyo, Abbott, Amicus Therapeutics e Incyte.
Fari puntati sui primati e le eccellenze: “La Campania è ad esempio l’unica regione d’Italia ad utilizzare per intero il fondo nazionale Aifa per le cure innovative, circa 80 milioni derivati dal riparto di 1 miliardo di euro incrementato di 100 milioni ogni anno” sottolinea l’assessore campano al Bilancio Ettore Cinque. Meccanismo che però sconta dopo un triennio, l’accollo di tutti i costi dell’innovazione ai bilanci delle regioni come racconteranno il direttore del dipartimento Salute di Palazzo Santa Lucia Antonio Postiglione e Ugo Trama a capo del settore farmaceutico Sempre la Campania è seconda, dopo la Lombardia, per percentuale di utilizzo dei farmaci biologici nelle malattie rare e in oncologia, ed è quinta in Italia per performance delle cure oncologiche (dati Agenas) tanto da avere per la prima volta da 20 anni invertito la rotta della migrazione sanitaria in questo settore delle cure delle malattie rare e dell’alta complessità.