Botte, offese e minacce al personale sanitario
Ascolese: Atti vili, il 12 marzo siamo tutti mobilitati

Sono i Pronto soccorso, oltre che le unità di Psichiatria, i reparti dove si registra il maggior numero di aggressioni da parte dei pazienti e dei loro parenti. Reparti dove sono impiegate a piene mani alcune figure delle 18 professioni sanitarie come i Tecnici sanitari di radiologia medica, gli Educatori socio-sanitari, gli Assistenti sanitari, i Tecnici della riabilitazione psichiatrica che insieme a medici e infermieri patiscono violenze, minacce e offese da parte dell’utenza.
In occasione del 12 marzo, giornata contro la violenza sugli operatori sanitari abbiamo allestito un piccolo manifesto che diffonderemo sui luoghi di lavoro dove daremo luogo a un minuto di silenzio e di sospensione dal lavoro come segno di riflessione ed esortazione di tutti, cittadini, utenti, forze dell’ordine, politici e istituzioni, affinché si tenga alta la guardia e si tenga viva l’attenzione sui professionisti e colleghi che lavorano in prima linea, nei pronto soccorso, nei servizi di emergenza e nei presidi sanitari e vittime di questo stillicidio di violenze.
“Esortiamo alla massima partecipazione e divulgazione di tale messaggio – avverte il presidente dell’Ordine Franco Ascolese – ricordando che insieme alla fondazione Valetudo siamo al lavoro per un progetto ad hoc che valorizzi il ruolo degli Assistenti sanitari negli Urp (uffici relazioni con il pubblico) e nel Risk management e che impieghi le competenze degli Educatori sociosanitari anche nel front office per puntare, come ho rappresentato al vertice sull’Ordine pubblico tenuto in prefettura,
oltre che sulla repressione dei fenomeni di violenza ai danni del personale sanitario anche sulla educazione e valorizzazione del buon uso dei servizi sanitari (in termini di appropriatezza), sulla formazione del personale sul controllo emotivo nei luoghi di emergenza e urgenza. Sentita da tutti, dunque – conclude il presidente Ascolese – l’esigenza di migliorare i livelli di accoglienza nelle prime linee ospedaliere con personale dedicato a questo scopo oltre che, più in generale, raccogliere, monitorare e codificare questi eventi delittuosi nell’ambito del risk management per un’opera di miglioramento continuo della qualità dell’offerta sanitaria orientata alla prevenzione della violenza contro gli operatori sanitari”.