Verrà resa pubblica la banca dati dei quesiti per potersi esercitare in anticipo
L’esame slitta da febbraio a marzo-aprile Il governo valuta lo stop al numero chiuso.

LA SVOLTA

ROMA Troppi problemi, il test di medicina quest’anno slitterà di almeno un mese. La data inizialmente prevista per il Tolc Med doveva essere a febbraio ma è stata cancellata e sarà posticipata tra fine marzo e aprile. A seguire, quindi, anche la seconda sessione dovrà spostarsi verso maggio. E i candidati potranno esercitarsi su una banca dati di quesiti da cui verranno scelte le domande stesse del test. Una decisione presa dal ministero dell’università e ricerca che sta cercando di fare ordine sui guai giudiziari legati al test dello scorso anno. Nel 2023 infatti ci fu una valanga di ricorsi al Tar, come sempre accade, ma arrivarono anche diverse denunce su presunte irregolarità e scorrettezze su cui la giustizia sta facendo il suo corso. Ma intanto i tecnici del ministero sono al lavoro per capire come procedere quest’anno, cercando di evitare i soliti blocchi dovuti a problemi durante l’iter di selezione. L’accesso al numero programmato per medicina resta comunque il tallone di Achille della formazione medica e odontoiatrica su cui si battono da sempre gli studenti, contrari al test a crocette.

Il dibattito è sempre aperto e il Governo è intenzionato a rivedere la modalità di accesso anche perché, oltre alle criticità legate a questo tipo di selezione, in Italia bisogna fare i conti con una forte carenza di camici bianchi, sia nelle corsie degli ospedali sia negli ambulatori dei medici di famiglia. Sarebbero circa 2 milioni gli italiani rimasti senza medico di base: secondo una stima della Fondazione Gimbe, da qui al 2025, i medici di base saranno oltre 3.450 in meno rispetto al 2021. Per fare fronte a tutti questi problemi, si pensa a rivedere l’accesso. È stato depositato un disegno di legge in Senato, da Fratelli d’Italia, per abolire del tutto il numero chiuso. Si andrebbe così a rivoluzionare l’intero sistema d’accesso al corso di laurea magistrale in medicina, a ciclo unico di 6 anni: la proposta di legge di FdI, a prima firma della senatrice Ella Bucalo, prevede una selezione basata sul profitto ottenuto durante i primi esami del semestre. L’iscrizione a medicina dovrà essere quindi aperta a tutti gli studenti che vorranno intraprendere il percorso, poi dovranno dimostrare con i voti del primo semestre se sono in grado di andare avanti oppure no. In sostanza gli studenti si potrebbero iscrivere al primo semestre, comune a tutti, e svolgere i primi tre esami, vale a dire fisica medica, biologia cellulare e genetica, principi di anatomia umana, poi a gennaio chi li ha superati potrà iscriversi al test per determinare la graduatoria nazionale e l’accesso ai diversi Atenei. Il Tolc viene sviluppato dal Consorzio Cisia: un ente costituito da 61 università che si occupa dei test di accesso dal 2005. A livello nazionale, per l’area medica, ha debuttato nel 2023: un test su computer a cui gli studenti possono iscriversi scegliendo due diverse sessioni l’anno. Possono accedervi i ragazzi del quarto e del quinto anno di scuola superiore e così uno studente di quarta può avere la possibilità di sostenere il test 4 volte. L’obiettivo era dare una maggiore possibilità agli studenti intenzionati a tentare la carriera del medico. Ma un anno fa la selezione è andata decisamente male. E così quest’anno, dopo un solo anno di avvio, il Tolc cambia di nuovo: oltre allo spostamento della data, il ministero ha chiesto di rendere nota la banca dati da cui verranno scelti i quesiti.

LA NUOVA PROVA

Sarà pubblica e accessibile: i candidati al test potranno esercitarsi con l’intera batteria di domande e, in teoria, potrebbero anche ritrovarsi la remota possibilità che al test ci siano una o più quesiti che hanno incontrato durante le esercitazioni. In questo modo decade anche il meccanismo di equalizzazione.

Il criterio dell’equalizzazione era stato introdotto perché lo studente poteva sostenere la prova più volte e ogni volta le domande erano diverse. Così invece la banca dati sarà uguale per tutti i test e non ci sarà bisogno di calcolare il coefficiente di equalizzazione della prova. La struttura dovrebbe rimanere uguale a quella del 2023: vale a dire 90 minuti a disposizione per rispondere a 50 quesiti di comprensione del testo, biologia, chimica e fisica, matematica e ragionamento. Per quest’anno resterà questo l’impianto, ma l’obiettivo è cambiare formula il prima possibile.