Studenti di medicina a “lezione” di cure primarie negli studi aggregati di Napoli. Silvestro Scotti (Fimmg): «Non c’è una mancanza di vocazione, bensì una scarsa conoscenza del ruolo»
Sono giovani, studiano medicina e ora hanno l’opportunità di imparare sul campo cosa significa essere un medico di medicina generale nel contesto dello studio spoke o di riferimento di un’aggregazione funzionale territoriale. È già un successo il progetto che i medici di medicina generale di Fimmg hanno avviato partendo da Napoli, che aiuta i giovani che si stanno formando in medicina a conoscere già dal terzo anno lo spirito più autentico delle cure primarie; non solo nel percorso “ordinario” di presa in carico della popolazione, ma anche nell’ottica della prevenzione. «Nei nostri studi aggregati – spiega il segretario provinciale Fimmg Luigi Sparano – stiamo accogliendo tantissimi ragazzi che sono entusiasti di poter apprendere le modalità di lavoro dei medici di medicina generale che usano sistemi di diagnostica di primo livello e personale formato per gestire le sfide che l’assistenza di prossimità pone quotidianamente. Un progetto che pone anche le basi, nell’ottica della nascita di una formazione universitaria specialistica in Medicina Generale, all’individuazione delle sedi per quella che sarà la pratica. Da realizzare imprescindibilmente laddove la medicina generale prende corpo, soprattutto sé questa dimostra che l’oggi è già domani». Il progetto vede in questo caso una partnership con l’Università Federico II. «Entrare in contatto con i futuri professionisti del nostro sistema sanitario nazionale – conclude Sparano – aiuta ad alimentare la conoscenza di una branca, quella della medicina generale, che ha bisogno di essere costantemente alimentata attraverso la professionalità e l’entusiasmo. Sostenere queste iniziative significa sostenere il futuro della sanità pubblica, facendo riscoprire ai giovani il senso della relazione medico-paziente, espressa nella sua massima capacità proprio dalla medicina generale fiduciaria e di prossimità». Dal “laboratorio” di Napoli, inoltre, nasce l’idea di amplificare l’esperienza a livello nazionale. Il progetto è infatti quello di valorizzare l’attività che vede protagonisti i medici del territorio e l’Università per strutturare, provincia per provincia, regione per regione, una vera e propria mappa degli ambulatori della medicina generale presenti sui territori nei quali insistono anche le facoltà di Medicina, così da individuare standard operativi che possano massimizzare ogni azione volta a potenziare l’assistenza territoriale, ma anche la conoscenza da parte dei giovani in formazione rispetto ai compiti e alle prerogative della medicina generale. «Si parla spesso di allontanamento dei giovani dalla medicina generale per mancanza di vocazione – sottolinea il segretario generale Silvestro Scotti – in realtà, ad incidere significativamente è una scarsa conoscenza del ruolo in grande evoluzione della medicina generale. Queste giornate di formazione sono la prova che la medicina generale ha ancora una grande capacità di attrarre talenti ed energie. Non solo; la capacità di Fimmg di creare un registro nazionale delle migliori esperienze può essere la base per rendere complementari il progetto “Case di comunità spoke” dell’ENPAM, lo stesso protocollo di intesa con Ferrovie dello Stato Italiane firmato ieri e i progetti regionali riferiti al nostro ACN e la loro evoluzione coerente con quanto previsto dal PNRR. L’obiettivo deve essere quello di creare un ecosistema di progetti realizzati, e da realizzare, e coordinarli tra loro se veramente vogliamo potenziare la medicina generale e con essa l’assistenza territoriale».