“Faciteme turna’ ‘a casa, stongo assaje meglio”. Antonio ripete da sempre le stesse parole. Ad ogni giro visita chiede di essere dimesso. La barba l’abbiamo vista crescere giorno dopo giorno e l’attenzione di Angelo ne ha segnato la fine stamattina. Fosse facile. La vita è un’impresa quotidiana soprattutto se valichi quel confine invisibile tra noi e loro. La figlia ha il suo di figlio ammalato di cancro da seguire e la moglie è troppo anziane per prendersi cura di Antonio, con una maledetta bestia nel polmone che cerchiamo di combattere facendo drenare il liquido che vomita di continuo. Fosse facile, la vita! E se provassimo a starcene nel nostro lato, chiusi nel ghetto di chi ha solo il compito di curare e non di prendersi cura?! Se girassimo la faccia altrove e tappassimo le orecchie ad ogni richiesta di don Antonio, come lo chiama Angelo? Non saremmo noi, semplice e lineare. È allora schiuma e pennello. “A zizza di pacchiana” deve venire questa pelle che le rughe se le è guadagnate e le mostra in faccia al mostro con un ghigno sorretto dall’espressione di Angelo. Il dopobarba ha un profumo antico, di mattina e di famiglia, magari la sua che ora non ce la fa.