A Piazza Santa Maria della Pietà a Roma il congresso del Collegio nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale
• Previsto il collegamento in streaming, dal luogo del congresso con le 80 Piazze della Salute mentale che aderiranno in tutto il Paese
• Le 10 tesi programmatiche 2024-2027 del Collegio saranno simbolicamente affisse su una riproduzione del portale del Duomo di Wittenberg (dove nel 1517 Martin Lutero affisse le sue 95 tesi), insieme a quelle che tutti i partecipanti al Congresso sentiranno di voler condividere
Roma, 9 ottobre 2025 – Roma capitale della Salute mentale in Italia: il 9 e il 10 ottobre, in occasione della Giornata mondiale della Salute mentale, nella Sala Basaglia del Complesso di Santa Maria della Pietà, si svolgono i lavori del Collegio nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale (CN DSM): un evento che si svolge in presenza e on-line e che prevede il 10 alle 12 un collegamento in diretta con più di 80 Piazze italiane, collocate nelle sedi dei servizi, nelle carceri, nei licei e nelle sedi istituzionali.
Un luogo e uno spazio allargati in cui raccogliere storie, testimonianze, raccontare vicende, ascoltare riflessioni, approfondire aspetti salienti della quotidianità di famiglie, pazienti e professionisti della Salute mentale nel nostro Paese. L’obiettivo è costruire ponti, profondamente uniti nella loro levità, edificati tra scienza, divulgazione, intrattenimento e sensibilizzazione sociale lanciando messaggi di conoscenza, partecipazione, condivisione e dibattito.
L’evento – promosso dal Collegio Nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale in collaborazione con Motore Sanità – vedrà la partecipazione di esperti del mondo della salute mentale e della giustizia che affronteranno il tema della Salute mentale come uno dei nodi centrali del governo della Sanità nel nostro Paese, posto al crocevia tra il sostegno alla crescita dei giovani, il benessere individuale, di famiglie e delle comunità, la sicurezza di operatori e pazienti, la convivenza tra diversità.
“Il Congresso – avverte Giuseppe Ducci, vicepresidente del Collegio Nazionale dei DSM italiani, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 1 – rilancia dunque, in una giornata internazionale dalla forte identità, il tema della Salute mentale calato nel contesto dei profondi cambiamenti epocali che segnano la nostra vita dal punto vista sociale, economico e culturale. Sfide che esigono risposte nuove e più adeguate ai bisogni emergenti dell’utenza e degli operatori della Salute mentale nel nostro Paese. La sfida – aggiunge Ducci – è offrire anche contributi scientifici innovativi nello scenario nazionale per ripensare i modelli organizzativi in questo settore cruciale della sanità pubblica”.
Fari puntati sullo stigma e l’accessibilità ai servizi, sulla carenza di personale e di risorse, sul crescente disagio tra gli adolescenti, sulla gestione dei percorsi penali e sanitari, sulla disomogeneità dei modelli organizzativi dei servizi territoriali. Sono questi solo alcuni dei punti elencati nelle 10 tesi programmatiche 2024-2027 del Collegio, che saranno simbolicamente affisse su una riproduzione del portale del Duomo di Wittenberg (dove nel 1517 Martin Lutero affisse le sue 95 tesi), insieme a quelle che tutti i partecipanti al Congresso sentiranno di voler condividere con tutti.
Accanto a questo il Collegio vuole promuovere e rilanciare i DSM italiani attraverso la presentazione di alcune delle buone pratiche operative maturate nei territori e nelle regioni italiane e con la presentazione di una proposta organizzativa dei DSM che vada oltre il Dipartimento integrato e che ponga al centro il soggetto e i percorsi di cura, attraverso il contributo multi-disciplinare e multi-professionale di tutti gli attori in campo.
Obiettivo del Collegio è promuovere e rilanciare i DSM italiani attraverso la presentazione di alcune delle buone pratiche operative maturate nei territori e nelle regioni italiane e con la presentazione di una proposta di riforma organizzativa dei Dipartimenti che parta dal basso e si faccia parte attiva della costruzione di quel modello di Dipartimento integrato che ponga al centro il soggetto e i percorsi di cura, attraverso il contributo multi-disciplinare e multi-professionale di tutti gli attori in campo.
L’impianto dei servizi territoriali di salute mentale in Italia ha avuto storicamente come principale vocazione la presa in carico dei disturbi schizofrenici, dei disturbi dell’umore e, nei limiti delle possibilità operative di ciascun DSM, di quell’area della psicopatologia spesso denominata dei disturbi emotivi comuni. Nuovi bisogni evidenti sul piano epidemiologico nonché portatori di interesse specifici rivendicano afferenza e risposte dalla salute mentale. Occorre operare perché vengano date dai DSM risposte differenziate alla psicopatologia dell’adolescenza, ai disturbi del comportamento alimentare, ai disturbi di personalità, ai disturbi dello spettro autistico, ai disturbi psichiatrici associati alle disabilità intellettive. Per procedere in tale direzione occorre superare alcune difficoltà storiche.
1) Le risorse. Elemento fondamentale e irrinunciabile per la sopravvivenza e lo sviluppo dei servizi di salute mentale è costituito da un’adeguata disponibilità di risorse economiche e professionali. Il Collegio opererà perché venga rispettata l’indicazione del fondo fisso e vincolato per la salute mentale nella misura non inferiore al 5% del Fondo Sanitario Nazionale e Regionale, al 2% per i servizi per l’infanzia e l’adolescenza, al 1,5% per i servizi per le dipendenze.
2) La qualità dei servizi. Il modello prevalentemente diffuso è oggi quello di una psichiatria generalista nella quale prevale l’approccio medico farmacologico, mentre risultano carenti i trattamenti di psicoterapia e di riabilitazione basati su prove di efficacia e specifiche aree di intervento che richiedono competenze di secondo e integrato livello specialistico (es DNA, ADHD, aree di transizione). Ciò non è sufficiente a garantire livelli di cura adeguati in linea con le conoscenze scientifiche e le aspettative degli utenti. Il Collegio opererà perché vengano introdotte valutazioni sistematiche di processo e soprattutto di esito.
3) L’accesso ai servizi. Fin qui punto di riferimento per l’accessibilità ai servizi di salute mentale è stato l’orario di apertura al pubblico del centro di salute mentale. Oggi sappiamo che non è sufficiente garantire ampie fasce di apertura all’utenza, che vanno mantenute, ma sviluppare interventi di prossimità nei contesti di vita, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei Pronto Soccorso, favorendo la crescita di reti di salute mentale estese oltre i confini organizzativi dei Dipartimenti, che tengano conto anche della multiculturalità associata ai rilevanti fenomeni migratori. Il Collegio opererà per garantire che quota parte del lavoro dei professionisti venga svolta nei contesti citati con un’analisi sistematica della domanda di cura, anche inespressa.
4) Il modello organizzativo. Il modello organizzativo del DSM è quello del dipartimento integrato con le dipendenze patologiche e i servizi per età evolutiva. I DUS e l’esigenza di garantire la transizione intorno al diciottesimo anno di età sono ragioni più che sufficienti per propendere in modo univoco nei confronti di questa scelta. Il Collegio opererà per estendere questo modello
5) Il governo degli accreditati. I DSM non possono coprire l’intera offerta di servizi per la salute mentale, ma devono svolgere un ruolo di governo di tutti gli enti accreditati, sia nell’ambito della psicoterapia che della residenzialità, che assorbe oltre il 40% della spesa per la salute mentale (in alcune regioni ben oltre questa soglia), spesso senza la realizzazione e il monitoraggio di percorsi riabilitativi realmente evolutivi. Il Collegio opererà perché tutti i DSM siano messi nelle condizioni di poter svolgere e rendicontare la funzione di governo in modo appropriato ed efficace. Ai DSM dovrà essere riconosciuto un ruolo di regia
6) L’integrazione sociosanitaria. I LEA definiscono gli interventi in salute mentale adulti, nelle dipendenze, in neuropsichiatria infantile come sociosanitari. Ciò implica la necessità di un adeguato rapporto di collaborazione con gli ambiti sociali territoriali, nel quadro normativo nazionale e regionale di riferimento. Il Collegio opererà per realizzare la massima condivisione e armonizzazione possibile dei documenti di programmazione nazionali e regionali e per sostenere l’applicazione della metodologia del Budget di Salute, così come previsto dalle Linee Programmatiche approvate in Conferenza Stato Regioni il 6.7.2022.
7) Il ruolo della psicologia clinica. L’escalation epidemiologica dei DEC e del disagio psicologico in senso lato richiede un’offerta di trattamenti psico-sociali molto più ampia di quella oggi garantita dai DSM. Il Collegio intende sostenere la figura dello psicologo distrettuale come espressione territoriale di base dei DSM (all’interno delle case della comunità), indipendentemente dal modello organizzativo che verrà adottato a livello regionale o aziendale.
8) I pazienti autori di reato. Il superamento dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario, necessario obiettivo di un sistema che tende all’umanizzazione, ha avuto conseguenze drammatiche sui servizi. di salute mentale a causa dell’enorme dilatazione delle misure di sicurezza non detentive, queste peraltro non vincolate al massimo della pena edittale come l’internamento nelle REMS. Oggi le strutture residenziali ed ospedaliere sono occupate in misura significativa da persone soggette a misura di sicurezza di tipo psichiatrico, anche in presenza di situazioni che con la psichiatria hanno solo un contatto marginale. Ciò ha riproposto drammaticamente nei servizi di salute mentale quelle funzioni custodialistiche che si pensava di aver superato definitivamente con la legge 180. Il Collegio opererà per sostenere l’attività legislativa volta a superare normative non più in linea con l’attuale realtà e per promuovere accordi operativi con la magistratura per la gestione delle misure di sicurezza e delle attività peritali. Verrà in ogni contesto rivendicato il mandato di cura e non di controllo da parte dei DSM, fornendo al legislatore un orientamento tecnico per una riproposizione della legge 81 di chiusura degli OPG, come richiesto dalla Corte Costituzionale.
9) Volontarietà ed obbligatorietà delle cure. L’ingresso nei percorsi di cura degli autori di reato, l’intreccio con i fenomeni di addiction e di devianza comportamentale, l’aumento generalizzato dei fenomeni di aggressività e violenza nei confronti degli operatori sanitari impongono una analisi sull’uso degli strumenti coercitivi e dei presìdi a garanzia dei diritti degli utenti e della sicurezza degli operatori, anche al fine di scongiurare la delega palese o strisciante al controllo che tuttora viene rivolta alla psichiatria. Il Collegio opererà per promuovere un’azione congiunta nel monitoraggio di tali fenomeni finalizzato al loro contenimento e per la riforma di istituti come l’AdS, che mostrano seri limiti nella loro applicazione pratica, soprattutto in tema di surroga delle scelte terapeutiche. Il Collegio opererà altresì per garantire la sicurezza degli operatori, anche attraverso accordi con le Forze dell’ordine.
10) Formazione e ricerca nei DSM. I DSM devono essere soggetti attivi e protagonisti della formazione dei medici e degli specialisti, nonché delle professioni sanitarie. È necessario che le Aziende Sanitarie investano i fondi necessari ad implementare percorsi formativi integrati, che privilegino le pratiche cliniche e riabilitative EBM e gli interventi di inclusione sociale, collegati a specifici obiettivi di miglioramento e valutati relativamente al cambiamento prodotto sulla qualità dell’assistenza. Il Collegio opererà altresì per superare inerzie e rendite di posizione che impediscono un funzionale collegamento tra Università e SSN nella formazione dei professionisti dei DSM. È altresì indispensabile potenziare e il finanziamento della ricerca su e nei servizi di salute mentale, principale garanzia del controllo della loro qualità e della loro organizzazione. Il Collegio, nel rispetto della più completa autonomia da portatori di interesse commerciale, promuoverà forme di raccolta fondi per la realizzazione di questo obiettivo che garantiscano trasparenza e indipendenza.

Alcune delle Piazze collegate
La Piazza della Prefettura a Catanzaro, Centro Mammut di Scampia e il dipartimento di Salute mentale di Santa Maria Capua Vetere, la Piazza Ghiaia a Parma, De Ferrari a Genova, il Palazzo Arese Borromeo in Brianza, la Sala Consiliare del Comune di Tolmezzo, Casa Berva presso il Comune di Cassano D’Adda in provincia di Milano, Piazza San Carlo a Torino, La Chiesa della S.S. Trinità, in Via del Pistone a Monferrato (Asti), Piazza San Graxiano a Novara. E poi Teatro Fondazione Cariciv in Piazza Verdi a Civitavecchia, Piazza Sempione, la sede del Liceo Dante Alighieri e lo Spazio oratorio Santa Maria della Salute di Primavalle, i Caselli Romani, Minturno e decine di altre strade e Piazze a Roma, consiglio comunale di Cagliari, Piazza Politeama a Palermo, Villa Belvedere ad Acireale, Piazza della Repubblica a Foligno, Chiostro di San Pietro a Perugia.